La decisione del Consiglio superiore di sanità per quanto rispettabile nel merito e nelle sue considerazioni tecniche che mirano alla tutela della salute pubblica, distrugge una filiera e un mercato lecito fiorente, che vale centinaia di milioni di euro, nonché decine di migliaia di posti di lavoro e svariati milioni di gettito erariale. Non poco considerando la crisi economica da cui sta ancora uscendo il Paese. Mercato quello della cannabis light che stava emergendo finalmente nella legalità andando così a sottrarre proventi al mercato nero e alla criminalità organizzata. Se a questa decisione non seguiranno opportune misure regolatorie del mercato, andando a determinare nello specifico quale dovrà essere la filiera produttiva e distributiva, le conseguenze in un contesto internazionale che va verso la regolamentazione del fenomeno, per l’Italia non potranno che esservi conseguenze negative. Come Istituto Friedman, auspichiamo presto una regolamentazione chiara del fenomeno, un quadro normativo trasparente che possano generale una filiera seria ed affidabile, dalla produzione fino alla vendita al dettaglio, la quale rete potrebbe essere costituita dalle tabaccherie, indissolubilmente legata ai Monopoli dello Stato, per esempio. Auspichiamo infine che vengano indicate le caratteristiche affinché questo prodotto non sia nocivo per il consumatore, affinché invece che vietare la vendita si possano individuare le relative soluzioni. Il proibizionismo, come affermiamo da tempo, non può che danneggiare economia e società in favore delle mafie e del sommerso, di qualsiasi settore si tratti.
Ufficio Stampa