Ho scelto questa frase tratta dal film Il Padrino per trattare una materia molto delicata, parlo della “Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali” più nota come Commissione antimafia.
Ho avuto l’onore e l’onere di far parte di tale commissione nella tredicesima legislatura (1996-2001) ed a parte il sottoscritto ed un collega della Lega Nord tutti gli altri 48 membri erano stati eletti nelle seguenti regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.
A prima vista la cosa mi sembrava logica, chi può conoscere meglio camorra, ndrangheta, sacra corona unita e mafia se non coloro che vivono in quelle regioni dove il fenomeno è nato e si è maggiormente sviluppato?
Giorno dopo giorno sentivo che qualcosa però non funzionava e un ragionamento mi mise con le spalle al muro.
Tra me e me mi dicevo che queste organizzazioni, che dovevamo combattere, erano sicuramente molto influenti nel loro territori, tanto influenti da condizionare le elezioni e sicuramente anche alcuni degli eletti, in poche parole se queste organizzazioni riescono ad eleggere dei parlamentari o comunque a condizionarli, in quali Commissioni vorrebbero che questi fossero? Sicuramente per questi eletti una delle mete più ambite era ed è proprio la Commissione antimafia che procede alle indagini con gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria e indirizza l’attività legislativa su tale materia.
Riconosciuta a questo punto l’inevitabile pesante infiltrazione di interessi ed interessati in contrasto con la mission della Commissione c’è da domandarsi se non aveva ragione chi diceva che: “antimafia sta a mafia come antipasto sta a pasto”.
C’è chi di fronte a tale situazione, convinto che la Commissione potesse arrecare più danni che benefici alla lotta alla mafia, aveva chiesto perfino la soppressione della Commissione stessa e ovviamente fu tacciato di “mafiosità”.
Ritenendo ancora che la Commissione possa e debba assolvere ai suoi compiti, penso di dovrebbe però procedere con una “proposta” che non si può rifiutare, ovvero che i membri della Commissione, che debbono sempre essere in proporzione al numero di parlamentari di ogni partito, non siano indicati in base ai desiderata degli eletti, ma siano nominati mediante estrazione a sorte dagli uffici di Presidenza di Camera e Senato.
Così come si dovrebbe fare per nominare gli organi di autogoverno della magistratura, con l’estrazione a sorte dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura, ma questa è un’altra storia italiana.

On. Edouard Ballaman
Membro del Comitato scientifico dell’Istituto Friedman, già Membro della Commissione parlamentare antimafia

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