Ufficio Stampa

I dati Istat dello scorso anno certificano la recessione tecnica dell’Italia, un segnale di allarme da non sottovalutare. Il rallentamento della crescita a livello mondiale e, soprattutto, a livello europeo (la zona euro ha registrato l’incremento più basso degli ultimi quattro anni), non poteva non mostrare un impatto importante su un’economia legata all’export come quella italiana. Per questa ragione la linea di sostegno ai consumi interni, prevista dal governo, risulta non sufficiente a sostenere un incremento del PIL italiano. Sarà necessaria, da parte del Governo, una politica di forte sostegno agli investimenti delle imprese, rivolti soprattutto all’innovazione e all’apertura di nuovi mercati per la produzione italiana. Se a livello mondiale il rallentamento è dovuto principalmente all’incertezza politica (guerra dei dazi, Brexit, rapporti tesi USA-Russia), in Europa la Germania presenta una forte battuta di arresto sommata ad un surplus produttivo, che potrebbe essere un segnale di qualcosa di più pesante e duraturo di una frenata temporanea. Dato lo stretto legame della nostra manifattura al mercato tedesco, è diventato urgente attuare adeguate misure di sostegno all’export, semplificazione e alleggerimento fiscale verso le nostre imprese” – Così in una nota il prof. Dario Peirone, Presidente del Comitato scientifico dell’Istituto Milton FRIEDMAN Institute.

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