La guerra economica globale sotto forma di sanzioni contro la Russia, che ha invaso l’Ucraina, inizia a ritorcersi anche contro altri Paesi. Le interruzioni temporanee nella fornitura di olio di girasole alla Turchia hanno portato a carenze del prodotto e tensioni sociali, fino a tafferugli nei supermercati.
Noi europei potremo ignorare questa notizia poiché usiamo principalmente olio di colza e d’oliva, piuttosto che olio di girasole come turchi, russi e ucraini. Anche se l’importanza dell’olio di girasole per l’economia europea è comunque rilevante. Questo prodotto è utilizzato in numerosi settori, tra cui quelli per la produzione dell’energia verde, in particolare per la produzione di biocarburanti, il cosiddetto “biodiesel”. L’olio di semi viene anche utilizzato nella produzione di cosmetici, ad esempio, è un ingrediente chiave in molti emollienti e viene anche usato per fare il sapone.
Anche i tocoferoli – noti anche come vitamina E, il principale antiossidante nel corpo umano – provengono dall’olio di girasole. Questa sostanza è essenziale nelle industrie farmaceutiche e cosmetiche. Nell’industria chimica, l’olio di girasole è ampiamente utilizzato per produrre lubrificanti e materiali vernicianti. Mai sentito parlare di inchiostri a base di olio vegetale? Anche questi sono fatti con olio di semi di girasole.
Ultimo ma non meno importante, l’olio di girasole può essere trovato in ogni cucina in Europa, ma non nella stessa forma che in Turchia. È ampiamente utilizzato in creme spalmabili, margarine e maionese, pasti surgelati e prodotti in scatola, prodotti da forno e dolciumi. I produttori alimentari europei preferiscono lavorare con l’olio di girasole: è molto più economico dell’olio d’oliva e ha un’ottima composizione, gusto è conveniente per la produzione grazie alle sue proprietà fisiche e chimiche. Complessivamente, i primi dieci importatori europei di olio di girasole includono Paesi Bassi, Italia, Germania e Belgio.
La portata della “crisi del girasole” in Turchia non è ancora chiara. Solo un piccolo ritardo nelle spedizioni ha finora causato turbolenze nei negozi. Il ritardo è stato causato dall’impossibilità delle navi mercantili di arrivare in Turchia a causa delle ostilità nel Mar Nero. Ma una bottiglia di olio da 5 litri, che l’altro giorno costava 100 lire turche (oltre 6 euro), ora ha quasi raddoppiato di prezzo. Il costo di una tonnellata di petrolio è salito da $ 1400 a 2000. Gli esperti ritengono che lo stock complessivo esistente di olio di girasole in Turchia durerà al massimo un mese e mezzo.
Il fatto che i maggiori esportatori mondiali di olio di girasole siano Russia e Ucraina, belligeranti in questo momento, è particolarmente preoccupante. Forse l’attacco sanzionatorio alla Russia dovrebbe essere condotto con maggiore attenzione e cautela, ragionando a monte sulle conseguenze delle misure adottate. Dopotutto, oltre all’olio di girasole, potrebbero esserci altri punti deboli in Europa e nel mondo, rendendoci vulnerabili alle “sanzioni di ritorno” in molti altri settori, anche più strategici di quello alimentare.
Alessandro Bertoldi
Direttore esecutivo
Istituto Friedman