Redazione

Al fine di superare il grave deficit fiscale e la stagnazione dell’economia brasiliana, ad agosto il Presidente Michel Temer ha annunciato il più grande programma di privatizzazioni della storia del continente. Una notizia che gli analisti e gli investitori hanno accolto con entusiasmo, considerato tutti i problemi che la gestione pubblica di settori strategici per l’economia nazionale ha comportato negli ultimi decenni. Oltre ai colossi Eletrobras e Petrobras il piano prevede la privatizzazione di aeroporti, autostrade, porti, banche e perfino, secondo le ultime indiscrezioni, della lotteria nazionale. Si parla infatti di un progetto che coinvolgerebbe oltre 57 enti. Un programma ambizioso quello del Presidente Temer che ha promesso di restituire efficienza a enti che negli ultimi anni sono stati un pozzo senza fondo dedito allo sperpero del denaro pubblico. A titolo di esempio il gigante Eletrobas, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Energia brasiliano, ha assorbito negli ultimi quindici anni oltre 65 miliari di euro dalle casse statali sena produrre un vantaggio sostanziale per i cittadini brasiliani. 

Di particolare interesse per gli investitori è stata la scelta, che ha fatto invece infuriare gli ambientalisti brasiliani, di consentire lo sfruttamento minerario della riserva nazionale dell’Amazzonia grande più di 46.000 chilometri quadrati e ricca di minerali quali nichel e oro.

L’obbiettivo del governo è quello di portare nelle casse dello Stato almeno 12 miliardi di euro e ottenere il riequilibrio di bilancio, che attualmente ha un deficit intorno al 9%, entro il 2021.

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