Roma.- Da tempo è evidente il fallimento del sistema pensionistico retributivo. Un sistema equo garantisce che ognuno possa ricevere quello che effettivamente ha versato. In Italia non è così e il sistema sembra destinato, presto o tardi ad andare in bancarotta.
Quel che è peggio è che questo sistema non garantisce nemmeno le legittime aspirazioni dei lavoratori, che non sanno mai con certezza quando potranno andare in pensione. L’aumento dell’aspettativa di vita potrebbe, infatti, far salire ulteriormente l’età per l’ottenimento della pensione. Da gennaio 2019 si dovrebbe, infatti, passare da 66 anni e 8 mesi a 67 anni. Le proteste di sindacati e lavoratori sembrano aver convinto il Governo, e in particolare il ministro Poletti, ad adoperarsi per evitare l’innalzamento della soglia. Non basta però la volontà. A quanto risulta dal calcolo effettuato da fonti vicine al nostro Istituto, il costo, in euro, dell’operazione potrebbe aggirarsi intorno al miliardo e due, se non di più. Il grande interrogativo è quindi: dove troverà il Governo i fondi per garantire tali coperture? Nuove tasse all’orizzonte?